domenica 23 marzo 2014

Santa Maria Sopra Minerva

Ieri,in un momento di svago, ho visitato ,a mio parere, una delle chiese più belle di Roma:

La chiesa di Santa Maria Sopra Minerva. Rimasto affascinato dalla sua bellezza 

interna(esternamente infatti risulta molto sobria e un po' anonima) ho effettuato una 

ricerca per capire l'evoluzione di questo edificio sacro.





Vista della chiesa dalla navata centrale

Santa Maria sopra Minerva è dal 1566 una basilica minore con titolo cardinalizio. Già nel sec. VIII esisteva un’antico oratorio dedicato alla Vergine, che papa Zaccaria nel 750 aveva concesso a monache basiliane fuggite dall’Oriente, a cui fin dall’VIII sec. fu aggiunto il toponimo di Minervum.
L’aggiunta era dovuta al fatto che l’oratorio sorgeva nei pressi del tempio di Minerva Chalcidica. In realtà su tutta l’area attualmente occupata dalla basilica di Santa Maria sopra Minerva e dell’annesso ex-convento, sorgevano tre templi dell’antica Roma: il Minervium, di origine domizianea eretto in onore di Minerva Calcidica, l’Isèumdedicato a Iside, e il Serapèum dedicato a Serapide.
Il primo documento del passaggio dell’oratorio ai frati predicatori è del 1266; nel 1275 ne ottennero il possesso effettivo per interessamento del loro confratello fra Aldobrandino Cavalcanti, vescovo di Orvieto e vicario del papa a Roma.


Nel 1280, sotto il pontificato di Niccolò III, l'oratorio fu costruito ex novo ed ebbe inizio la costruzione della grandiosa chiesa gotica a tre navate, probabilmente su disegno dei domenicani Fra Sisto Fiorentino e Fra Ristoro da Campi. Bonifacio VIII fu il propulsore del progetto, quando nel 1295 elargì una ingente somma di denaro. Molti fedeli seguirono l’esempio.
Anche dopo il trasferimento del papato ad Avignone la costruzione della basilica proseguì. Verso la metà del XIV sec. fu aperta al culto, dopo il completatamento della zona absidale, della crociera e delle navate laterali con copertura a capriate visibili.
Importanti rifiniture, tra cui la sistemazione della facciata e il rafforzamento della navata laterale destra, furono finanziate dal conte Orsini nel 1453. Quasi contemporaneamente il cardinale domenicano Giovanni Torquemada, zio del celebre inquisitore, fece erigere la navata centrale. Le difficoltà di finanziamento dei lavori e la riduzione di altezza dell’edificio, dovuta alla sostituzione della copertura a capriate visibili con le volte, ridussero lo slancio tipico dello stile gotico.


Nel 1600, in seguito al rifacimento delle cappelle del transetto, alla costruzione o ricostruzione delle laterali, alla riduzione a tutto sesto degli archi delle navate mediante soprastrutture in legno e stucchi, la chiesa assunse un aspetto prevalentemente barocco. Nel secolo XVIII, la decorazione della facciata rimasta in nudi mattoni fino al 1725 fu resa più decorosa dall’impegno di Benedetto XIII e dai progetti degli architetti Raguzzini e Marchionni che accentuarono il carattere barocco di tutto l'edificio. Nel 1824 l’architetto domenicano fra Girolamo Bianchedi ricondusse l’edificio a linee più essenziali eliminando le impalcature barocche dalle arcate laterali. Ma dopo la sua morte i lavori che seguirono furono di segno opposto. I rivestimenti in finto marmo dei pilastri e delle colonne e le decorazioni pittoriche delle pareti e delle volte erano visibilmente in contrasto con la semplicità delle linee architettoniche. Sebbene l’aspetto dell’edificio porti i segni visibili di tortuose vicende storiche, la basilica è l’unico esempio di chiesa gotico medievale nella città di Roma.

Tomba dedicata al Papa Leone X

In Santa Maria sopra Minerva sono contenute le tombe di Santa Caterina da Siena, Patrona primaria d’Italia e del pittore fra Giovanni da Fiesole, il Beato Angelico, nel 1984 dichiarato da Giovanni Paolo II "Patrono Universale degli Artisti".

Per ulteriori e più approfondite informazioni sulla chiesa:http://www.basilicaminerva.it/visita/visita.htm

Analisi ambientale e morfologica



martedì 18 marzo 2014

MuSe - Renzo Piano

Il profilo della struttura progettata e realizzata da Renzo Piano richiama le montagne circostanti e la stessa organizzazione su più piani del percorso di visita è una sorta di metafora dell'ambiente montano.


Il MUSE nasce all'interno di un contesto urbanistico e paesaggistico frutto di un'unica visione progettuale che ha l'ambizione di qualificarsi come una rilevante riqualificazione urbana di queste parte della città, verso il suo fiume. Qui troveranno spazio funzioni commerciali, residenziali e di terziario, nonché quelle di interesse pubblico delle quali il MUSE ne costituisce la maggiore espressione.
L'edificio del museo si sviluppa in pianta su una lunghezza massima (Est/Ovest) di 130 m fuori terra e una larghezza massima (Nord/Sud) di 35 m.
L'edificio sviluppa le sue funzioni in 2 livelli interrati e 5 livelli fuori terra (compreso il piano terra). Tutti i piani fuori terra, più il -1 , accolgono sia funzioni destinate al pubblico sia attività amministrative di servizio e di ricerca. Il -2 è destinato essenzialmente a parcheggio.
La forma architettonica nasce quindi, oltre che dalla interpretazione volumetrica dei contenuti scientifici del museo, anche dai rapporti con il contesto: il nuovo quartiere, il parco, il fiume, Palazzo delle Albere. Tutti questi input prendono poi materialmente forma attraverso una più libera declinazione degli elementi architettonici che costituiscono il resto del quartiere nelle sue altre funzioni, residenziale terziaria e commerciale.
L'edificio è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti, adagiati su un grande specchio d'acqua sul quale sembrano galleggiare, moltiplicando gli effetti e le vibrazioni della luce e delle ombre. Il tutto è tenuto insieme, in alto, dalle grandi falde della copertura che ne assecondano le forme, diventando elemento di forte riconoscibilità.
Le varie funzioni del Museo possono raggrupparsi in cinque principali famiglie:
funzioni pubbliche: comprendono quegli spazi accessibili al pubblico, ma non direttamente legati alla funzione museale espositiva. Fa naturalmente parte di questo gruppo di spazi, la lobby di ingresso. Concepita come una sorta di "piazza" coperta, rappresenta il naturale prolungamento del principale asse pedonale pubblico del nuovo quartiere e che inoltre permette, attraversandola, di raggiungere lo spazio verde di fronte al Palazzo delle Albere. Vi è poi la Biblioteca/Mediateca, distribuita al piano terra, con uno spazio di "prima consultazione", e su tutto il primo piano del corpo di fabbrica ad Est della lobby. La funzione della Biblioteca è poi completata con uno spazio di deposito al livello -1. Altre funzioni comprese in questo gruppo sono: la sala conferenze di 100 posti, con relativo spazio foyer al livello -1 e la caffetteria al piano terra, con affaccio diretto sulla lobby di ingresso;
- aree espositive: sono tutti quegli spazi legati all'attività espositiva e che comprendono quindi sia i veri e propri exhibit floors, che le aule destinate ad attività didattiche di complemento alla visita. Gli spazi espositivi sono distribuiti dal livello -1 a quello +4. Vari tagli nei solai, nonché l'inclinazione delle coperture a falda, consentono di avere, lungo il percorso espositivo, alcune aree con altezze libere più generose, utilizzabili per allestimenti che richiedano maggior spazio;
- collezioni e ricerca: comprendono unità ambientali legate a quelle funzioni, di studio e ricerca, che sono parte integrante dell'attività scientifico-culturale svolta dal Museo. Si tratta di una serie di Laboratori divisi per specializzazioni, nonché di spazi per catalogare e conservare le varie collezioni. Sono ambienti, questi ultimi, caratterizzati da specifiche attenzioni tecnologiche ed impiantistiche, per garantire le corrette condizioni per la preservazione delle raccolte. La posizione e la conformazione del layout di alcuni laboratori è stata fatta al fine di consentire un periodico percorso di visita da parte del pubblico;
uffici: gli uffici sono concentrati negli ultimi tre piani del corpo di fabbrica ad Est. In particolare, il livello +2 è riservato alle postazioni di lavoro legate all'attività di ricerca, mentre ai livelli +3 e +4 si concentra l'attività amministrativa e direzionale. L'accessibilità e la riservatezza di queste funzioni, è garantita da un sistema indipendente e dedicato di scale ed ascensori, nonché da un ingresso "filtrato" dalla lobby ed uno riservato dal fronte Est;
magazzini e servizi: si tratta di quegli spazi adibiti a contenere i materiali per gli exhibit, le mostre già utilizzate ecc., nonché alcuni ambienti attrezzati per il montaggio, l'assemblaggio e altre lavorazioni per la preparazione degli allestimenti. Questi spazi si trovano essenzialmente al livello -1, a ridosso dell'area espositiva, al fine di assicurare una facile connessione in fase di allestimento. L'accessibilità dall'esterno è garantita da una apposita rampa carrabile, indipendente da quella che da accesso ai parcheggi del livello -2. Di fronte all'ampio portone di ingresso, posto al livello -1 ai piedi della rampa, vi è un'area di manovra in piano con funzioni di "loading dock". Uno speciale e dedicato montacarichi è previsto, al fine di facilitare le operazioni di allestimento sui principali exhibit floors.
Ognuno di questi gruppi funzionali è dotato di percorsi e sistemi di risalita dedicati. In particolare, in riferimento al superamento delle barriere architettoniche, tutti i gruppi di funzioni sono dotati di uno o più ascensori di dimensioni congrue all'utilizzo da parte dei diversamente abili. In generale sono poi stati predisposti tutti gli accorgimenti per garantire una completa accessibilità e per rispondere alle indicazioni normative a riguardo.


prospetti Nord e Sud vedono l'uso del rivestimento lapideo in verdello bocciardato, sostenuto meccanicamente da una sottostruttura metallica, riprendendo una finitura che caratterizza gli angoli di maggior pregio dei vari edifici nel nuovo quartiere, e qui caratterizza la finitura di tutte le superfici opache. Alle "masse" rivestite in pietra, si alternano poi le superfici vetrate. Ai piani terra, in corrispondenza dei percorsi verticali, a tutta altezza sui fronti Nord e Sud della lobby e della "rain forest".
nodi in acciaio dei serramenti, riprendono per forma, passo e dimensioni, gli elementi già utilizzati nel resto dell'intervento, acquistando però maggior complessità ed arricchendosi dei necessari elementi di irrigidimento e controvento, sulle grandi superfici.
Il fronte Est, corrisponde alla porzione dell'edificio che contiene la Biblioteca e gli uffici, è caratterizzato dalla così detta "facciata verde".
Il fronte è scandito da una successione di montanti principali in legno lamellare, con passo di m 3.75 ogni campo, è poi ritmato da una struttura secondaria che dimezza il modulo e con un sistema di mensole metalliche sostiene, in corrispondenza di ogni marcapiano, una serie di "vasi" appositamente disegnati ed attrezzati con sistema di irrigazione e drenaggio, destinati a far crescere lungo la facciata (attraverso appositi sostegni verticali tra vaso e vaso) specie rampicanti, scelte in una studiata miscela, tra perenni e a foglia caduca. Il fronte Ovest è caratterizzato dalla vista in successione delle falde di copertura, con in primo piano quelle in vetro della serra tropicale.
Le coperture sono caratterizzate da una successione di grandi falde, con orientamento Est-Ovest, in parte opache, con finitura in zinco, ed in parte in vetro trasparente. Tutte le falde sono dotate di generosi sbalzi, caratterizzati da un progressivo alleggerirsi del telaio strutturale e un diradarsi, in fasce sempre più strette, del manto di copertura.
Le falde con copertura opaca sono finite con un manto in lamiera di alluminio zinco-patinata, completo di accessori, elementi di finitura, sistemi ferma-neve e di sicurezza. Inoltre è prevista l'installazione di pannelli fotovoltaici, con dimensione e passo coerente con quello della struttura di copertura, provvisti di appositi supporti per una corretta inclinazione verso Sud. Le coperture vetrate caratterizzano il volume della lobby e quello della serra tropicale.
Gli spazi esterni, attigui al Museo sono pensati in armonia con gli spazi pubblici dell'intero intervento sull'area ex-Michelin, che a sua volta interpreta i dettagli ed i materiali presenti nel centro storico di Trento. I marciapiedi, nonché i cordoli ed i bordi dello specchio d'acqua, sono in pietra verdello con finitura bocciardata. Questa pavimentazione continua all'interno della lobby, a sottolineare l'idea del prolungamento dello spazio pubblico esterno anche all'interno del Museo.
Gli spazi espositivi, ed in generale quelli accessibili al pubblico, hanno un pavimento in listoni di bamboo massello listellare, particolarmente duro e resistente all'usura. I laboratori hanno una finitura in resina, mentre per gli uffici amministrativi e direzionali è prevista l'installazione di un pavimento sopraelevato.
La serra tropicale rappresenta un elemento architettonico con complesse dinamiche di funzionamento, destinato quindi a particolari attenzioni, sia tecnologiche che impiantistiche.
Questo oggetto è al tempo stesso parte integrante del percorso espositivo, nonché vera e propria "green-house", con il compito di far crescere e preservare un pezzo di foresta pluviale.
Per questo motivo, pur provvedendo a garantire, in qualsiasi periodo dell'anno, le condizioni per poter essere visitato dal pubblico, la presenza di esemplari tipici della flora tropicale, con necessità di temperatura ed umidità specifiche, non consentirà a questo ambiente di avere le stesse condizioni climatiche di un normale spazio espositivo.
Il volume della serra è la parte del Museo più vicina a Palazzo delle Albere. Si è preferito infatti affidare alla trasparenza ed alla leggerezza, il compito di dialogare più da vicino con il delicato contesto.
Lo stesso intento di instaurare un rispettoso confronto con questa importante preesistenza storica, ha suggerito la scelta di far partire il volume interno della serra dal livello -1, così da avere la possibilità di una altezza libera interna di circa 12 m, mantenendo l'altezza del volume fuori terra a circa 8 metri. La geometria, trova la genesi dei suoi allineamenti nel contesto della progettazione dell'intero quartiere ed è caratterizzata da due falde convergenti in pianta, una rivolta verso Nord-Est, ed una verso Nord-Ovest. Una copertura piana triangolare chiude il volume orizzontalmente, una grande facciata trapezoidale in vetro chiude il fronte Sud, una più piccola, triangolare, quello Nord. Nelle strutture ritroviamo l'utilizzo complementare di travi in legno con elementi in acciaio, che lavorano sfruttando al meglio, ognuno, le proprie caratteristiche statiche. L'involucro trasparente della serra è dotato di apposite aperture, sia in basso che in alto, per consentire la necessaria ventilazione naturale, nonché di sistemi di ombreggiamento per le superfici maggiormente esposte all'irraggiamento estivo.



lunedì 17 marzo 2014